Ieri siamo stati ospiti al convegno organizzato dalla dottoressa Giulia Franco, psicologa e psicoterapeuta che collabora con la nostra associazione, dedicato alla relazione fraterna nella disabilità dal titolo “famiglie e fratelli in AZIONE”, mattinata colma di interessanti interventi da parte dei relatori e di testimonianze di genitori e fratelli, tra queste riportiamo la lettera scritta dalla nostra cara Emma per l’occasione:

25 maggio 2019

Ciao Gabriele, sono tua sorella.

Volevo iniziare in maniera brusca sbattendoti in faccia la realtà e dirti che sei strano, ma forse se penso una cosa simile sono più strana di te.

Quando eri più piccolo, sarò sincera, eri proprio insopportabile. A te non fregava nulla degli altri, se volevi uscire di casa senza motivo e ballare in mezzo alla strada lo facevi, e forse è per questo che ad oggi sono in grado di fare i 100 metri in 10 secondi netti.

Poi però c’erano giorni in cui eri praticamente assente, chissà in quale mondo ti trovavi; e io in questo ti capisco perché anch’io mi isolo spesso e sto bene quando lo faccio.

Poi c’erano giorni in cui eri il fratello perfetto, obbediente, che ride scherza e tutte quelle cose fighe che i fratelli “normali” fanno.

Adesso io non so se tutto questo accadeva davvero così come me lo immagino io, perché tra il mio e il tuo modo di pensare c’è un muro che non credo abbatterò mai del tutto. Posso però usare una scala ed affacciarmi, questo si.

Come sei cresciuto tu sono cresciuta pure io. Il mio modo di pensare riguardo tutto ciò che mi circonda è cambiato, ed è successo tutto troppo in fretta.

Ad oggi mi ritrovo a vivere un età oscena, in cui penso contemporaneamente a quale strada percorrerà la mia vita dopo il liceo e a come divertirmi di più con le amiche il sabato sera. In pratica due cose dello stesso peso.

Sono tutta un casino, molti mi chiedono cosa farò da grande ma la realtà è che io non so nemmeno chi sono adesso. E tra tutte le cose che mi saltano in mente, una è: cosa farai tu? Influenzerai le mie scelte?

Sono molto spaventata da questo, penso spesso che mamma e papà, che lo vogliano o no, invecchieranno e che un giorno in un modo o nell’altro dovrò sostituirli; per fortuna da quando sei arrivato mamma si è subito messa all’opera e ha costruito una realtà che ti permetterà di vivere autonomamente e in libertà. Però allo stesso tempo i dubbi mi rimangono e so che avrai sempre bisogno di me.

Ad oggi cerco di pensarci poco, mi dico di vivere il presente fregandomene di quello che accadrà, o meglio, costruendo un qualcosa oggi per un futuro migliore domani.

Non odiarmi, ho parlato di te come fossi un mostro che mi ha scombinato la vita, ma in realtà mi ritengo fortunata ad averti. Mi hai aperto la mente in un modo che nemmeno tu sai immaginare, sono pronta ad affrontare avventure più grandi di me, e questo perché ho imparato da te, che lotti tutti i giorni anche solo per riuscire a stare seduto a tavola 5 minuti di fila, perché anche una mosca ti distrae.

Stavo prendendo una piega troppo seria e commovente scusa.

Posso raccontare di quella volta in cui ho trascorso capodanno dai miei amici e quando sono arrivata a casa ti ho trovato in mutande in giardino a ballare sotto i fuochi d’artificio? Ah ops, ormai l’ho fatto.

Questo sta a significare che anche se hai paura dei suoni forti e dei rumori improvvisi, sei imprevedibile. Se ti metti in testa di fare una cosa la fai, punto. E fidati questo non è autismo, è pura testardaggine.

Però in fondo averti in famiglia è figo. Pensa che noia se facessimo come le mie amiche che a quest’età vanno assieme al fratello a fare shopping; io invece posso ancora correrti dietro con l’aspirapolvere facendoti scappare e cantare con te le sigle dei cartoni animati, non c’è paragone.

A volte però penso a tutti i miei amici che vanno al ristorante coi loro genitori tranquilli; ecco vedi, per me non funziona proprio così: appena arrivi non riesci a stare fermo un minuto, ti esalti per dei ventilatori sul soffitto, fai versi strani con le mani, dici cose a caso a volte inopportune, quando tento di calmarti sei più alto di me e quindi faccio io la figura della folle e niente, ormai ci ho fatto l’abitudine e me ne frego dei giudizi degli altri. Grazie per avermi reso più menefreghista nella vita, mi serviva.

In tutto questo, ritieniti fortunatodi avere i genitori che hai.

Il Papà ti porta ovunque, ha il terrore che ti annoi (che poi so che tu sei come me e stare in casa ti piace ma questo non diciamoglielo mai). Ti porta in giro in bicicletta, in macchina, a volte mi rendo conto che partite solo quando tornate a casa pensa un po’.

E poi c’è la mamma. La Mamma invece ti porta a scuola, ti porta a casa, ti porta in piscina, ti porta in palestra, ti porta a fare le terapie, ti porta dai nonni… tutti che ti portano ma qualcuno ti viene a prendere?

Scherzi a parte, oltre a farti da taxi canta con te in bagno, ballate male assieme e ti vuole più bene di tutti. Almeno così dice lei.

Volevo concludere scusandomi, perché so che nell’ultimo periodo sono stata più assente del solito. Ho iniziato a studiare lontano, a posizionare il primo tassello di quello che è il mio sogno più grande; questo anche grazie alle mie amiche che mi hanno spronato dicendomi che “se si sogna assieme è la realtà che comincia”. Sono molto felice della piega che la mia vita sta prendendo, però mi rendo conto che questo comporta una mia minor presenza in famiglia.

Cercherò quindi nel futuro di esserci di più, sia per te che per la mamma e il papà, prometto. Non so come farò ma ci proverò.

Detto ciò ho parlato anche troppo, ho finito.

Emma

Grazie ad Emma ed a tutti i fratelli presenti ieri che hanno più volte usato la più bella delle parole: AMORE

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